Leggo e sento spunti di dibattito attorno all’idea di proporre una nuova legge in materia di politiche di salute mentale. Ovvio e naturale che esistano in proposito i più disparati pareri, vuoi molto sensati, vuoi davvero stravaganti.
Essendo peraltro un propugnatore di una nuova legge in materia (da anni come qualcuno più vicino ricorderà) ed avendo del tutto recentemente il PD dichiarato attraverso il capogruppo alla Camera il suo interesse nella stessa direzione, penso si sia in un momento in cui sia bene evitare equivoci che la stampa fa in fretta a enfatizzare. Ci tengo quindi a precisare come la penso (per quel che vale ) nel rispetto di qualunque posizione diversa.
a) sulla proposta di legge 2233 Casati e altri penso due cose chiare: che a me paiono di assoluta ovvietà:
- ha il merito di dare enfasi al ruolo degli utentie dei familiari e in questo va considerata e accolta il più possibile;
- non distingue adeguatamente tra ruolo dei familiari e ruolo degli utenti accomunandoli con una sigla in questo va completamente ripensata;
- tocca solo pochi dei problemi in campo che vanno considerati ma sono da inquadrare in un provvedimento di benaltro respiro.
Fine del tema secondo me già fin troppo dibattuto.
b) la necessità di una legge organica deriva dall’esperienza del disastro crescente dei servizi e delle relative pratiche e politiche in giro per l’Italia: laddove dal progressivo deteriorarsi del tutto si associa il silenzio totale sulla questione e l’assenza totale di un dibattito pubblico capace di investire la sfera politica.
Come non accogliere allora la disponibilità ufficialmente espressa dal PD ad “aprire un cantiere per una nuova legge in materia”?
Stiamo parlando, sperando di non aver bisogno di ripeterlo, che non si tratta di cambiare alcunché della 180 e della 833 ma di dare corpo, maggiore sostanza, architettura e chiari indirizzi conseguenti e coerenti (dopo quasi mezzo secolo) anche alla luce dell’evoluzione dei documenti internazionali e delle esperienze locali.
Obiezioni:
“Ma ci si può fidare del Pd?”
Per me rispondo che mi fido dell’impegno pubblicamente assunto dal capogruppo Pd alla Camera,il triestino Ettore Rosato e della sua conoscenza della materia,e di altre numerose persone presenti nel parlamento italiano che hanno il potere di decidere.Ma mi fido soprattutto di una stagione politica in cui ci può essere una nuova attenzione alla questione dei diritti individuali
“ma le leggi non risolvono i problemi.”
Ma guarda che scoperta! Ovvio che le leggi non risolvono i problemi,ma senzala 180, e senza le norme in finanziaria della Bindi, e in FVG senza La legge 72 dell’ottanta ,dove saremmo? Le leggi possono aiutare. Punto.
“Ma non è meglio un Progetto Obbiettivo?”
Mah,forse.Però non è che quello del 2000 se lo ricordino in molti e sia servito a un granché e comunque è uno strumento di livello inferiore a cui si può sempre tentare di ricorrere se non si raggiunge il livello legislativo,ma perché rinunciare in partenza?
“il problema vero sono i soldi.”
Va bene e con la legge bisogna tentare di mobilizzare risorse anche economiche, sapendo però che le risorse da movimentare non sono solo economiche, e lì non si potranno fare grandissime cose. Non è peraltro certamente indifferente dove vengono fatti andare i soldi che già ci sono e la legge dovrebbe dire cose in proposito.
“Ma non bisognerebbe piuttosto lavorare sui “livelli essenziali di assistenza” e su “meccanismi di valutazione dei servizi” e altri strumenti di ricerca e sviluppo (evidencebased)?
Nulla vieta tutto questo, e nulla vieta di pensare che questi strumenti siano peraltro del tutto insufficienti. E come mai sono assenti? Non è meglio che ne venga previsto un uso robusto attraverso una vera legge?
Sento altre obiezioni via via più sullo stravagante o sul sensato a cui il dibattito conferirà conferme o risposte.
Detto questo: chi scrive la legge e cosa scrive?
Scrive chi ha buona volontà di metter giù una bozza,confrontarla un po’ con uffici competenti,metterla poi in circolo e, come bozza raccogliere opinioni, correzioni, proposte, anche con incontri pubblici ad hoc ecc.
Confidando che il gruppo Pd della camera, con la firma del suo capogruppo raccolga e rilanci.
In ogni caso disponiamo di una buona e articolata proposta di legge? No.
Non dovremmo sentire la responsabilità di dotarci di una siffatta proposta comunque vadano le cose’? Si
Non sarebbe comunque un valido strumento di dibattito pubblico e di proposta politica? Si
E allora intanto scriviamola con uno stupido refrain : se non ora quando?