Il 21 aprile è stato pubblicato nelle pagine dell’edizione locale di Napoli della Repubblica l’articolo “I TSO a Napoli e la pratica della contenzione” a firma di Alessio Maione e Teresa Capacchione (vedi l’articolo) in cui viene riportato che “Il numero dei Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO) nei confronti di persone residenti a Napoli, attuati nei servizi psichiatrici ospedalieri, è elevatissimo rispetto ai valori nazionali e regionali. Nel 2014 se ne sono eseguiti circa due al giorno e con prevalenza nei quartieri degradati: circa 78 ogni 100.000 abitanti, contro 17 della media nazionale e 18 di quella regionale. La città di Milano, dove pure la pratica è diffusa, si ferma a 43. I dati sono stati forniti dal Comune e dal Dipartimento di Salute Mentale su richiesta dell’Osservatorio Comunale sulla Salute Mentale……in assenza di smentite, ci troveremmo di fronte a una grave situazione.”
Seppure con qualche giorno di ritardo, ecco la puntuale smentita. Le notizie riferite sui TSO attuati a Napoli sono incredibilmente inesatte e non rispondenti al vero. Infatti iricoveri in TSO eseguiti nella città di Napoli nell’anno 2014 sono pari a un tasso di 22 x 100.000 residenti.Tali dati si rilevano dall’elaborazione delle SDO 2014 dei servizi psichiatrici ospedalieri aziendali.
Il Dipartimento di Salute Mentale (DSM) nell’Azienda Sanitaria cittadina è impegnato, ogni giorno e senza esitazioni,con tutti gli operatori che vi lavorano,nella costruzione e nel mantenimento di servizi territoriali pubblici in grado di garantire l’accesso nelle 24 ore, la continuità delle cure, la personalizzazione dei programmi di presa in carico,il rispetto dei diritti di cittadinanza, un approccio clinico “non violento e non intrusivo, nella sfera della mente e del corpo, ma altamente responsabile sotto il profilo tecnico ed etico”.
In poche parole, lavoriamo da sempre per una salute mentale di comunità, fondata sui diritti e sulle relazioni. E i numeri, quelli veri, ci stanno dando ragione.