Ugo Guarino è morto oggi a Milano, all’età di 89 anni, singolare e anarchico
protagonista della rivoluzione basagliana. Triestino, pittore, scultore e grafico, ha
collaborato attivamente dal 1972 al lavoro di apertura del manicomio prima e all’avvio
dei centri di salute mentale 24H. Il foglio “Arcobaleno” e gli improvvisati laboratori
furono i primi segnali concreti ed evidenti del desiderio di comunicare degli internati.
Negli anni cinquanta è stato tra i primi collaboratori dell’inserto satirico « la Cittadella »
del quotidiano di Trieste “il Piccolo” inaugurando una stagione di satira originalissima,
scanzonata e irriverente. Sperimentando un segno graffiante, personalissimo essenziale e
crudo. Nel 1952 si trasferisce a Milano. Imbarcatosi come mozzo su una nave da carico a
Genova ha vissuto negli Stati Uniti e in particolare a New York dal 1963 al 1967. Ha
lavorato per alcune gallerie americane e ha frequentato le avanguardie artistiche degli
anni sessanta. Ha esposto al Cinema Two e all’Empire State Gallery. Ha pubblicato, tra
le tante cose che è impossibile qui elencare, “Cuore” nel 1968, una raccolta di
commenti ironici e spregiudicati e sottolineature grafiche del classico deamicisiano. Nel
1979 per Feltrinelli, con “Zitti e buoni! Tecniche del controllo", ha messo in fila
l’esilaranti e tragiche osservazioni grafiche del suo lavoro in manicomio. Benché avanti
con gli anni, ha lavorato fino all’ultimo al “Corriere della Sera” e ha disegnato, per la
stanza di Montanelli, con impensabile quotidianità e freschezza il francobollo che
accompagnava la risposta del direttore alle lettere dei lettori. Lo scorso anno, a giugno, il
comune di Trieste e la Fondazione Corriere della Sera hanno voluto dedicargli una
mostra antologica. “L’alfabeto essenziale di Ugo Guarino”, a cura di Silvia Magistrali e
Francesca Tramma la al museo Revoltella di Trieste, copre tutto il suo lungo e
instancabile percorso creativo. Per l’inaugurazione della mostra lo scorso giugno Ugo per
un giorno è tornato felice nella sua Trieste.