(ANSA) – MILANO, 18 NOV – Nei pazienti psichiatrici, ridurre il rischio di suicidio e l’abuso di sostanze come alcol e droghe si puo’, cosi’ come si puo’ ridurre la cronicita’ della malattia: a patto di puntare l’attenzione sulla diagnosi precoce e sulla continuita’ delle cure farmacologiche. E’ uno dei temi del Forum internazionale di psichiatria Innopsy 09, aperto oggi a Milano e sponsorizzato dalla Societa’ mondiale di psichiatria biologica e dall’Universita’ degli Studi cittadina. Continua a leggere questa notizia
”Quanto piu’ tempo trascorre tra l’esordio di un disturbo mentale e la corretta somministrazione di un’efficace terapia farmacologica – spiega Carlo A. Altamura, direttore della psichiatria al Policlinico di Milano e presidente di Innopsy – tanto minore potrebbe essere la risposta del paziente alle terapie, e peggiore il decorso a lungo termine della malattia e il rischio che cronicizzi”. In pratica, se non si interviene subito patologie come depressione o attacchi di panico ”possono anche presentare un maggior numero di ricadute e di co-presenza di nuovi disturbi. L’intervallo di tempo tra la comparsa dei primi sintomi e l’inizio delle cure risulta quindi una variabile fondamentale per il successo della terapia”.
In un recente studio, presentato all’ultimo Congresso americano di psichiatria, ”abbiamo riportato come in un gruppo di circa 300 pazienti con disturbi d’ansia il primo trattamento farmacologico venisse assunto 4-8 anni dopo l’esordio. In un altro studio in corso di pubblicazione – prosegue Altamura – abbiamo inoltre verificato come il ritardo nella somministrazione di un trattamento con stabilizzanti dell’umore in circa 250 pazienti con disturbo bipolare si correlasse a un maggior rischio di suicidio”.
Il parere degli esperti e’ quindi quello di ”attribuire sempre maggiore importanza ad aspetti quali la precocita’ d’intervento e la continuita’ terapeutica, ottimizzando gli strumenti diagnostici, estendendoli alla medicina di base e creando una rete di monitoraggio sul territorio in grado di cogliere il piu’ precocemente possibile l’inizio dei fenomeni patologici”.