A Ischia, gli abitanti di Villa Orizzonte costretti a cambiare casa. Un racconto di resistenza quotidiana.
Mi presento … Sono uno di quei dieci pazienti psichiatrici che quel maledetto pomeriggio del 18 luglio 2014 sono stati trasferiti dalla Sir “Villa Orizzonte” di Barano d’Ischia all’ex albergo Stefania di Casamicciola Terme e voglio raccontarvi un po’ della mia storia.
Nel 1994 il Governo, con un Decreto Legge, decide di chiudere i Manicomi italiani, luoghi di sofferenza e di degrado; luoghi senza umanità, senza diritti, senza tempo e senza storia e così il 19 febbraio 1997 ritornai nella mia amatissima isola che lasciai, giovanissimo, perché mi chiusero nel Manicomio “Bianchi” di Napoli, dicendomi che lo facevano per il mio bene.
Nella Sir sono stato inserito in un percorso mirato di cura, assistenza, emancipazione e integrazione umana e sociale. Villa Orizzonte si trova a due passi dal centro storico, sulle colline baranesiinseriti in un progetto di cura, assistenza, emancipazione, integrazione sociale e umana nel territorio di origine inseriti in un progetto di cura, assistenza, emancipazione, integrazione sociale e umana nel territorio di origine ; un posto pieno di luce dove ogni giorno potevo guardare il mare e le navi che lo attraversano.
Dopo 17 anni, senza che nessuno mi abbia chiesto mai niente, in fretta e furia, senza un medico presente che mi spiegasse qualcosa, mi hanno caricato su un furgone e mi hanno accompagnato in un ex albergo. Un luogo non idoneo alle mie esigenze e alla mia malattia. Un immobile situato in zona rossa dal punto di vista idro-geologico e senza autorizzazioni, come hanno testimoniato le due Ordinanze del Comune di Casamicciola nel mese di luglio e come hanno in seguito confermato le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato e dove, il 4 dicembre 2014, il Gip di Napoli ha disposto il sequestro della Struttura vincolando nello stesso tempo l’Asl a reperire sull’isola un altro immobile adeguato, garantendo così sul territorio la cura e l’assistenza di noi pazienti.
Molto probabilmente mi dovranno spostare ancora una volta perché questo ex-albergo non ha niente in regola e dove, peraltro, sono stati spesi molti soldi pubblici, non per adeguare gli spazi della Sir, dove dobbiamo vivere noi, ma per aprire altri uffici che non apriranno mai perché i lavori, commissionati sempre dall’Asl Na2 Nord, sono stati eseguiti in malo modo e senza regola d’arte con conseguente spreco di denaro di voi contribuenti; altro che razionalizzazione della spesa.
Io ho sempre pensato, nella mia ignoranza, che i tagli vanno fatti dove le cose non funzionano o funzionano male e non in quei Servizi alle persone malate dove si fanno tante cose belle e dove si è creato una vera famiglia; proprio come la mia Sir di Barano, dove tutta la gente del posto ci proteggeva e ci voleva un sacco di bene.
Forse tutto questo è potuto succedere perché siamo gli ultimi, quelli che non hanno voce. Noi siamo quelli che non sono in grado di rivendicare diritti, di ribellarsi, di denunciare e non abbiamo nessun potere.
Molti di noi non sanno nemmeno votare e quindi nessun politico ci pensa.
Ho saputo però che la Comunità di Barano, il Vescovo, il Comitato Ischia Attiva non volevano questo trasferimento e che ancora adesso si stanno dando da fare per trovare soluzioni e alternative varie.
Sono passati più di 7 mesi, tutte le Istituzioni a dire che non possiamo stare in questo posto, ma niente si muove, tutto tace e io ho paura, continuo ad avere paura.
A me mancano tanto quelle colline, quella luce, quell’aria pulita, quel mare e quelle navi che guardavo da grandi finestre e che mi facevano compagnia in quelle lunghe giornate di silenzio, di inquietudine, di malinconia e di dolore dell’anima.
Adesso c’è il rischio che veniamo riallocati in altri posti, perdendo così relazioni, affettività e amicizie costruite in 18 anni.