La situazione è in pieno movimento. E a regime ci saranno 34 strutture e 601 letti alternativi ai vecchi ospedali psichiatrici giudiziari. Non tutte le Regioni sono attive per lascadenza del 31 marzo quando è previsto che gli Opg debbano chiudere i battenti. In molte realtà la data sarà rispettata alla lettera. In altre situazioni l’apertura delle Rems slitterà anche fino a settembre come nel caso del Piemonte. E il Veneto sceglie un’altra via. Tutti i dati di Stop Opg.
Stavolta ci siamo. L’ennesima proroga, temutissima dagli addetti ai lavori, non ci dovrebbe proprio essere e il 31 marzo gli Opg finiranno di esistere. Almeno per legge. Come si può vedere dalla tabella che pubblichiamo in esclusiva, “elaborata con dati non completi né definitivi” – precisa però l’associazione Stop Opg che ha effettuato l’indagine e che fin dall’inizio della battaglia è stata in prima linea per la dismissione degli ospedali psichiatri giudiziari – non tutte le Regioni sono pronte a rispettare alla lettera la scadenza. Ma il processo è ormai effettivamente partito e anche laddove non troveremo chiusi i portoni dell’Opg dal 1 aprile, sono già state indicate date precise per l’apertura delle strutture alternative. Che, quando tutto sarà finito, saranno 34 con 601 posto letto in tutta Italia.
Restano le maglie nere del Veneto, che non ha ancora fatto nulla, ma volontariamente, esprimendo tutta la sua reticenza nei confronti dell’alternativa all’Opg con una linea che la Cgil definisce “pre riforma Basaglia” (accuse respinte dall’assessore Coletto, come riportiamo più avanti) e poi di Piemonte e Calabria in evidente ritardo.
Ma come già diceva ieri Stefano Cecconi, leader di Stop Opg “non è accettabile né giustificabile una proroga alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Per questo se necessario, come previsto in modo chiaro dalla legge, il governo può commissariare le Regioni che, a pochi giorni dalla scadenza del 31 marzo, non sono ancora pronte ad accogliere i propri cittadini internati. Non sarebbe una punizione ma un atto di responsabilità, visto che in molte realtà sono state trovate soluzioni, seppur transitorie” … (leggi tutto il dossier)
(Da Quotidianosanità.it)