In questi giorni gira la “classifica” delle Regioni valutate per la effettiva erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza. Da questa apprendiamo che vivere in Toscana (prima in classifica) offre maggiori garanzie sul piano della salute che vivere in Campania (saldamente in coda alla classifica da diversi anni). Tra gli indicatori definiti per stilare questa classifica, l’unico che attiene alla Salute Mentale è il numero di “Utenti presi in carico dai centri di salute mentale per 100.000 ab.” anche se lo stesso comitato che se ne occupa considera questa informazione inattendibile perchè ancora ricavata dalla dichiarazione autocertificata delle Regioni.
Scarsa attenzione si attribuisce a un’informazione correntemente raccolta, quella dei ricoveri per TSO. Essere sottoposti a un Trattamento Sanitario Obbligatorio è sempre un’esperienza drammatica da parte di chi la subisce. Se si pensa poi che una delle condizioni per cui una persona viene privata della sua libertà per essere ricoverata è che “non vi siano le condizioni e le circostanze che consentano di adottare tempestive ed idonee misure sanitarie extraospedaliere” (art 34, L.833/78), si comprende perché il TSO sia stato considerato “una misura indiretta di efficacia dei programmi riabilitativi messi a punto dai DSM” (Ministero Salute, 2007).
Ciononostante, al monitoraggio dei TSO viene riservata importanza marginale e come è stato riportato, non scevra da errori di metodo (Starace, Sole24Ore Sanità, 2010).
Ritorniamo sul tema, presentando una elaborazione dei TSO sui dati pubblicati dal Ministero della Salute (DG Programmazione Sanitaria, Ufficio VI, Elaborazione Banche dati SDO 2010-2012*) e considerandoli in relazione alla popolazione residente in ciascuna Regione (dati ISTAT al 1 gennaio di ciascun anno considerato). La “classifica” delle Regioni così ottenuta mostra non poche sorprese.
A fronte di una media nazionale che nel 2012 era pari a 18, mostrano di fare molto meglio Friuli, Trentino, Toscana, Basilicata e Veneto (tutte al di sotto della soglia del 10 x 100.000). La maglia nera va invece a Sicilia, Lazio, Sardegna, Abruzzo ed Emilia Romagna, che si pongono significativamente al di sopra del dato nazionale. Lazio e Abruzzo, in particolare, mostrano un incremento nel 2012 del 50% circa rispetto agli anni precedenti!
E’ troppo chiedere che da questi dati nasca un dibattito, su un tema così rilevante della nostra sanità pubblica ? Attendiamo fiduciosi…
dal blog di fabrizio Starace: http://www.fabriziostarace.it/wordpress/?p=190)
*I dati pubblicati riguardano le regioni di dimissione e non di residenza, per cui occorre prevedere minime fluttuazioni nei tassi calcolati, associate alla mobilità sanitaria attiva e passiva.
1 Comment
Fa bene Starace a portare l’attenzione sul tema degli indicatori in salute mentale. Indicatori, e non indicatore, perché se c’è una cosa certa è che un singolo indicatore dice poco, mentre una batteria di indicatori può essere più vicina alla realtà. Del resto persino per indicare la durata della vita non basta l’indicatore speranza di vita grezzo, ma va aggiustato in relazione alla qualità della vita.
Siccome stiamo parlando di valutare i lea, livelli essenziali di assistenza, che sono cinque : domicilio, territorio, semiresidenza, residenza, ospedale non sarebbe male avere informazioni sul fatto che veramente, e secondo il gradiente domicilio-territorio-ospedale, le persone vengano prese in carico in maniera integrata