I Presidenti di alcune associazioni di psichiatri si sono rivolti alla ministra Lorenzin a proposito della possibile chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari (vedi lettera), proponendole una serie di distinguo che impedirebbero, a loro modo di vedere, di far carico ai dipartimenti di salute mentale della presa in carico delle persone che si trovano o che potrebbero finire in quelle strutture.
Trovo che questa lettera sia esemplare di quel modo di rapportarsi con la professione che chamiamo : medicina difensiva.
E allora mi chiedo quanto costi ai contribuenti italiani la psichiatria difensiva.
Il 15 aprile scorso Ispe-sanità ha presentato il libro bianco sulla corruzione in sanità. Partendo dai 114 mld di spesa sanitaria per il 2013 è stato rilevato che la corruzione incide per 6,4 mld, a cui vanno sommati 3,2 mld per inefficienza e 14 md per sprechi. Totale 23 mld, oltre il 20% del budget.
Ivan Cavicchi stima che la medicina difensiva generi costi impropri per il servizio sanitario nazionale pari circa 10 mld di euro.
Elio Borgonovi ha scomposto la spesa sanitaria in quattro componenti : bisogni di salute reali, prestazioni inappropriate, sprechi/inefficienze e fenomeni illeciti.
Quante sono le prestazioni inappriate e gli sprechi/inefficienze determinati dall’approccio difensivo ai problemi di salute mentale?
Se dovessimo dare ascolto ai presidenti delle associazioni che hanno scritto alla ministra Lorenzin dovremmo pensare che circa il 50% (5 mld) dei costi della medicina difensiva riguardino la cura dei disturbi psichici. Le associazioni degli psichiatri da tempo segnalano l’estrema diffusione dei disurbi psichici.
Adottando un criterio di maggior cautela possiamo comunque stimare che il 20% dei costi per la medicina difensiva (2 mld) vengano per il trattamento inadeguato delle persone con problemi di salute mentale.
Costano i ricoveri non necessari, prescritti perchè …. non si sa mai.
Costano gli psicofarmaci, prescritti a tutti, perchè …. si fa prima che ascoltare.
Costano gli interventi restrittivi della libertà e stigmatizzanti, che cronicizzano e inabilitano.
A mio avviso, dunque, esiste un grande problema di inadeguatezza degli psichiatri che sostanzialmente potremmo riassumere così : hanno pervicacemente ricercato una posizione dominante nel campo delle cure di disturbi psichici al punto da isolarsi dai contesti di vita e professionali che, soli, darebbero allo psichiatra la chance per rendersi utile.
Tuttavia questo non è l’unico modo per dare valore a questa professione.
C’è stato un tempo in cui lo psichiatra è riuscito a riabilitarsi assumendo come fondante del suo ruolo la dimensione della democrazia, che significa rapporto alla pari (una testa un voto, valido anche per chi sembrava non avere la testa), ascolto, contrattazione degli obiettivi con tutti, rispetto dei progetti di vita, anche se diversi da quelli che faremmo noi.
Dunque, per tornare alla questione degli OPG, sarebbe interessante recuperare almeno parte dei 2 mld sprecati dalla psichiatria difensiva ed investirli in budget di salute personali a disposizione delle persone internate e di quanti siano in grado di proporre progetti personalizzati e credibili di rientro nella vita sociale. Ma prima di affidare la gestione di tali budget agli psichiatri vorrei avere garanzie di coraggio professionale e democraticità, che oggi francamente non vedo.
1 Comment
esperienze o meglio abusi di cosiddetta psichiatria difensiva ce ne sono a decine in tutti i DSM d Italia .
basta pensare che quasi la metà solo dei ricoveri in spdc è del tutto immotivata (si chiama sequestro di persona), che più della metà delle terapie farmacologiche prescritte nei centri di salute mentale non è necessaria ( si chiama omicidio a lungo termine); che la maggioranza delle strutture protette come comunità , case famiglia , gruppi appartamento , sono strutture da vip ultra costose dove nella maggior parte dei casi risiedono persone normali ma trattate come malati( si chiama reclusione e spersonalizzazione indebita). tutto questo perché?
perché le usl regionali devono mosrtare alla fine annuale statistiche e bilanci di produttività in modo da avere accreditamenti e incentivi; perché bisogna alimentare il mercato della malattia mentale per riempire i CSM e relative strutture altrimenti cosa farebbero psichiatri, psicologi, riabilitatori , educatori , operatori ??
perché le università e cliniche psichiatriche per mantenere in piedi la vacillante ideologia pseudoscientifica che le determina devono pur effettuare ricerche di qualcosa , tutto alla ricerca in realtà della malattia a ogni costo e non di quello che non è malattia.
tutto ciò ovviamente a discapito e danno ( spesso e volentieri colposo) di utenti e pazienti già presi nella rete .
“bisogna trovare un crimine che si adatti alla natura dell’internato e ricostruire la natura per adattarla al crimine” erving Goffman