di Peppe Dell’Acqua, Silvia D’Autilia e Anita Eusebi
Gusci vuoti, cronici inguaribili, di peso per la comunità. Mantenere vivo un bambino con handicap in ospedale consuma risorse che vengono sottratte alla crescita, all’educazione, alle possibilità di lavoro di migliaia di giovani biondi, sani e ariani. Centinaia di migliaia tra la fine degli anni ’30 e il 1945 vennero sterminati in ragione della psichiatria del cervello, dell’inguaribilità, dell’esclusione. Scrive Marco Paolini in Ausmerzen (Einaudi, 2012): “Questa è la storia di uno sterminio di massa conosciuto come Aktion T4. T4 sta per Tiergartenstrasse numero 4, un indirizzo di Berlino. Durante Aktion T4 sono stati uccisi e passati per il camino circa trecentomila esseri umani classificati come ‘vite indegne di essere vissute’ […] Cominciarono a morire prima dei campi di concentramento, prima degli zingari, prima degli ebrei, prime degli omosessuali e degli antinazisti e continuarono a morire anche dopo, dopo la liberazione, dopo che tutto il resto era finito.”