Per seguire il dibattito sulla nuova Proposta di Legge “181”:
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2 Comments
domani a milano si parla di leggi e salute mentale. di quanto possono favorire promuovere, costruire possibilità, restituire soggettività e pieno diritto costituzionale. o al contrario negare ogni cosa.
leggo su fb un commento all’incontro di milano di peppe dell’acquasono in treno. tornando da milano. una giornata faticosa. scrivo di getto sicuro di essere fastidioso
e forse confuso. non rileggerò. sono stanco. chi avrà la pazienza di leggere. mi perdonerà.
l’incontro pubblico alla cgil di milano con parole ritrovate si è confermato faticoso, non difficile.
ho avuto conferma di una buona dose di confusione, di manipolazioni, di sconoscenza della questione.
la tesi di parole ritrovate e dei familiari che ho incontrato è molto semplice quanto dannosa: i servizi
di salute mentale sono in maggioranza cattivi e noi facciamo una legge per farli diventare buoni.
sono cattivi perché la legge 180, un baluardo, una pietra miliare, una assoluta eccellenza e bla, bla, bla….,
ha fatto il suo tempo, non è stata applicata, non è intoccabile e noi vogliamo migliorarla.
tutti sanno che le cose non stanno così: i cattivi servizi sono conseguenze della persistenza
delle peggiori culture psichiatriche, che negano la presenza dell’altro, che non vedono la persona,
che chiudono ogni palpito umano in diagnosi, farmaci e trattamenti mortificanti.
che tristezza vedere amici carissimi , familiari cari a me oggi come un tempo,
battersi con una passione degna di miglior causa per la vacuità assoluta della cd legge 181.
per i tanti che mi chiedono ma se la 180 non è stata applicata perché non migliorarla?
rispondo.
è l’unica legge di riforma che ha prodotto una riforma reale e duratura, non la chiusura dei manicomi
(che non è poca cosa) ma la restituzione di diritto alle persone con disturbo mentale.
si può andare oltre la legge? certamente, ma va capito bene che cosa vuol dire oltre.
per me vuol dire che lo stato deve obbligare le regioni a definire al meglio e
sulla base delle esperienze fin qui fatte le forme organizzative
( centri di salute mentale aperti 24h, servizi ospedalieri di diagnosi s cura piccoli e con le porte aperte,
luoghi dell’abitare con non più di 6 posti letto, risorse dedicate a progetti terapeutici riabilitativi individuali);
vietare le usuali e mortificanti pratiche della psichiatria ( contenzione, porte chiuse, ect, ..);
indicare strategie chiare per la chiusura degli OPG .
i gruppi, i familiari, gli operatori, gli amministratori non possono non cogliere la gravità
della situazione e l’urgenza di un impegno difficile, di un confronto anche doloroso, fuori dai luoghi comuni.
è urgente dire la verità
peppe dell’acqua