‘…la vostra è stata l’unica vera rivoluzione compiutasi in Italia, nella seconda metà del secolo scorso. Avete rovesciato un sistema per costruirne uno nuovo…’ dice così Nora Inwinkl in una sua nota pubblicata di recente da un quotidiano. A proposito appunto di cose terrene di psichiatria, che toccano persone e funzioni delicate. E lo fa con un taglio elegante ed efficace, e non usa singolari ma plurali, bella lezione che ci dà una persona giovane e donna!
Signorelli, con una storia connotata e coerente con la cultura ‘rivoluzionaria’ di cui accenna la giovane e donna Nora, al posto di Mezzina, anch’esso connotato e coerente. Incarichi provvisori e temporanei per entrambi e quindi con avvicendamenti naturali. Conosco le loro storie, e trovo che entrare determinati e meravigliati in cose così normali non giovi a nessuno, non giovi al rispetto della ‘rivoluzione’ richiamata, infine non giovi ai fruitori della scintilla della 180 che da sola riuscì a riscattare noi utenti, primari e secondari.
Davvero non credo che tale accadimento, di una che sostituisce l’altro possa mettere in discussione il lavoro in continuità da assicurare a Mezzina con il suo incarico di visibilità internazionale. Non riesco a pensare a una fottuta eventualità del genere, chè conosco l’onestà intellettuale della subentrata!
Stiano allora, tutti e tutte, attenti a non rendere inservibile il giocattolo della psichiatria di comunità che ci siamo costruiti, e che deve essere ancora affinato eccome! Tanti sono i luoghi in questo nostro Paese in cui le realtà triestine sono chimera e io agisco e vivo tante di tali ritardate realtà.
Signorelli ‘estremista’?, appartengo a quella genia di persone che sono convinte che personalità radicali nella loro quotidianità, e per questo così vengono targate, quando vengono immesse in luoghi di necessaria riflessione responsabilità di mediazione, ebbene queste persone cambiano, e mettendo in campo intelligenza, e divengono ottimi mediatori e saggi decisori. Provare per credere, la storia delle cose serie è piena di tali ‘sorprese’, e in fin dei conti nessuno è un paracarro.
Che qualche decisore aziendale di quelli intervenuti e che ha determinato tale avvicendamento, possa averlo fatto strumentalmente? Non lo so, non m’interessa e odio la dietrologia. I fatti sono: un normale avvicendamento, e la persona subentrata è on line con la cultura rappresentata dalla persona che lascia. In un contesto di titolarità di funzioni dettato da un’agenda istituzionale provvisoria, lo ripeto, in entrambi i casi.
Un caloroso buon lavoro a entrambi, ad maiora.
Vito inserra – Tavolo Regionale SM delle Marche