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Giovedì 14 verrà presentato a Trieste il libro “Raccontare il manicomio: la macchina narrativa di Basaglia, fra parole e immagini” di Marina Guglielmi, pubblicato da Franco Cesati Editore.

«Il processo narrativo basagliano ha disseminato e prodotto narrazioni su tutti i media e i dispositivi attivi in quel momento storico: parola, fotografia, video, stampa, cinema, teatro, tanto da poter affermare che si tratti di una macchina narrativa transmediale».

L’autrice, docente di Teoria della letteratura all’Università di Cagliari, parte da questa ipotesi di ricerca: il paradigma manicomiale è stato scardinato anche grazie ad uso sapiente di immagini e narrazioni.

Furono vendute 50.000 copie nei primi quattro anni dalla pubblicazione de L’istituzione negata e vinse il Premio Viareggio per la saggistica; il volume collettivo Crimini di pace raccoglie testi di Foucault, Goffman, Laing, Chomsky; le 8.000 copie della prima edizione di Morire di classe con le fotografie di Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin sono ora introvabili, dei pezzi da collezione. C’è inoltre il documentario “I giardini di Abele” di Sergio Zavoli che porta le immagini del manicomio e le parole delle persone lì rinchiuse sulla principale rete nazionale. A questi prodotti si aggiungono ulteriori avvenimenti che vanno ad alimentare le narrazioni di ciò che sta accadendo: la famosa gita aerea e, in particolare, l’uscita di Marco Cavallo nella città.

Il libro presenta una storia comunicativa sulla chiusura del manicomio, una storia in cui la parola diventa un elemento fondamentale per poter cambiare.

Alla presentazione parteciperà l’autrice Marina Guglielmi insieme ad Agnese Baini e Sergia Adamo. Si terrà giovedì 14 alle ore 18 in Spazio Rosa, via Bottacin 4 (Parco di San Giovanni), Trieste.

La presentazione si inserisce all’interno del programma UNITS X LETS, le iniziative promosse dall’Università di Trieste a sostegno della candidatura di Trieste a città creativa UNESCO per la letteratura.

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