Il Forum Salute Mentale lancia una campagna per rimettere in campo parole, azioni e valori della riforma della salute mentale.

Martedì 9 aprile si è tenuta in Senato, alla commissione Welfare, la prima audizione sui disegni di legge “Disposizioni in materia di salute mentale”, a firma di Filippo Sensi e Deborah Serracchiani e “Disposizioni in materia di tutela della Sanità Mentale”, a firma dei senatori Magni, De Cristofaro e Cucchi. 

Carla Ferrari Aggradi e Roberto Mezzina sono intervenuti per il Forum Salute Mentale. 

Dalle riflessioni e dai confronti intorno a questa questione e dagli esiti delle audizioni che sembrano confortanti… confortanti nel senso che per ora nessuno ha accennato a una volontà di rimettere in discussione la legge 180, sta prendendo forma la convinzione di promuovere la campagna #180benecomune

Nel mentre nel Forum Salute Mentale se ne discute, comincia a prendere forma il significato più esteso che questa iniziativa potrebbe avere. Non solo chiedere l’approvazione di questa legge ma riprendere confidenza e fiducia con quelle parole che hanno costruito il cambiamento e che ci permettono di resistere. In realtà non di resistere si tratta ma di proporre con convinzione la potenza di una storia che ci parla di futuro e cercare di prendere spazio in un campo totalmente occupato da culture e pratiche che sono il segno del forte rischio di arretramento che stiamo vivendo. 

Il Forum Salute Mentale, assumendo i disegni di legge, al di là della loro approvazione, come un manifesto, vuole lanciare una campagna di sensibilizzazione che possa coinvolgere in tutta Italia operatori/trici, associazioni di familiari, volontari/e, istituzioni, forze politiche e sindacali e cittadini/e per rilanciare il diritto alla salute per tutti e tutte, utilizzando i contenuti della Legge 180, perché questa norma diventi davvero patrimonio di tutti e di tutte e perché i servizi di salute mentale siano servizi di buona cura, accessibili a ogni cittadino e a ogni cittadina. 

Nel nostro Paese i servizi per la Salute Mentale vivono una condizione di crisi ingravescente: a fronte di un aumento significativo della richiesta d’aiuto per motivi psicologici, che ha causato, fra l’altro, un incremento degli accessi al pronto soccorso del 13% tra il 2021 e il 2022, la presa in carico da parte dei servizi è calata del 7%. Nell’ultimo anno la domanda di aiuto delle persone che vivono l’esperienza del disturbo mentale, specie nelle fasce più fragili della popolazione, è inequivocabilmente cresciuta, eppure meno del 3% della spesa sanitaria nazionale è destinato alla salute mentale.

Siamo lo stesso Paese in cui è avvenuta – secondo Norberto Bobbio – l’unica vera riforma del dopoguerra: la Legge 180, dopo 46 anni, rimane un unicum in tutto il mondo tanto che L’OMS, da anni ormai, l’ha adottata come modello da indicare. Eppure è stata fin dall’inizio oggetto di malintesi, manomissioni, strumentalizzata a fini revisionistici. 

Oggi, a fronte di un diffuso riconoscimento, degli innegabili cambiamenti di assetti istituzionali, la realizzazione di politiche regionali e di servizi diffusi in tutto il Paese continua ad avere colpevoli disattenzioni dalle Regioni, dai Comuni, dalle Università e dalle psichiatrie e spesso si respirano segnali di negazione dei suoi principi ispiratori: di rispetto dei diritti civili e di cittadinanza, della dignità, della cura, delle buone cure.  

Per questo motivo, la calendarizzazione della discussione dei due disegni di legge, che, è bene sottolineare, partono dallo stesso testo base, è un passo molto importante. Erano già stati presentati altre due volte, seppelliti nel deposito dei ddl che non hanno fatto strada. Ma questa terza volta il salto è stato fatto: siamo alle prime audizioni di un disegno di legge che riesce a guardare avanti, rispondendo alla necessità di dare al paese uno strumento legislativo che possa portare a piena realizzazione i principi stabiliti nella riforma sanitaria del 1978 per la parte che riguarda la salute mentale. 

Il Ddl, infatti, intende conferire maggiore efficacia alla Legge 180, rafforzandone i la cura effettiva nel territorio, sviluppandola, estendendola e confermandone la portata, guardando alle persone che di cure hanno bisogno, ma anche a tutto ciò che vi gira intorno, a cominciare dalla condizione degli operatori. Le persone stanno bene quando gli operatori stanno bene.

L’unica modifica apportata rispetto alla 180/1978, infatti, è la previsione di un’ulteriore garanzia sostanziale e processuale contro la disumana pratica della contenzione meccanica nei servizi psichiatrici. 

Certi come siamo che la questione “salute mentale” non sia un’isola, un mondo a sé, ma parte essenziale del tema salute nel suo insieme, “non c’è salute senza salute mentale”, ma anche parte di una società tutta che voglia riprendere un lavoro di tessitura e valorizzazione dei diritti e delle relazioni fra le persone, di intervento nelle crescenti diseguaglianze sociali, di proposta di azioni, strategie e politiche di salute mentale, insomma un “bene comune” da custodire, lanciamo con tutta la nostra convinzione la campagna #180benecomune. 

ci si potrebbe immaginare che la salute mentale stia laddove un soggetto può esistere  con altri, attraverso il linguaggio comunicare di sé,  
poter di sé parlare per differenze accettabili, 
costituirsi per singolarità parziale e parziale comunanza. 
Costituirsi ed essere costituito laddove inclusione/esclusione si tendono e rischiano tra  loro, sul limite sul quale altri possono trattenerti, tu possa trattenerti e insieme possa  trovarsi un comune sentire, una prassi comune, un progetto interrelato.
diceva Franco Rotelli, tra gli estensori del disegno di legge

Link alle audizioni dei rappresentanti degli enti e delle associazioni:  

https://webtv.senato.it/4621?video_evento=245375 

Info stampa: forumsalutementale@gmail.com – Veronica Rossi 3483262288