Ho da poco finito di leggere un libro di storia (?), di storia dell’arte (?), di politica (?), di psicologia sociale (?) – che mi ha affascinato. L’Autore è un importante intellettuale francese, lo storico Patrick Boucheron, specialista del Medioevo italiano e innamorato dell’arte italiana del XIV – XV secolo. Il titolo dell’opera è Scongiurare la paura. La forza politica delle immagini. Focus dell’analisi: l’Affresco del Buon Governo, che Ambrogio Lorenzetti ha dipinto, su commissione dei Nove – magistrati reggitori del comune di Siena, nella Sala della Pace del Palazzo Pubblico. L’edificio incombe – monumentale – simbolo della potenza di Siena – sulla piazza centrale, che è il cuore civico, della struttura ondeggiante simile a una conchiglia. Luogo deputato del Palio. Forum e agorà in funzione della vita pubblica dei cittadini residenti. 

Siamo nel 1338. Il gruppo dominante indica il tema dell’affresco, che Ambrogio Lorenzetti svolge come un tema musicale, in forme pittoriche allegoriche, in forme precisamente realistiche. Un tema che trascolora dagli spunti rubati alla mitologia – le figure della Concordia, dell’Equità, della Pace, della Giustizia – e si trasmuta, svolgendosi in un ben preciso messaggio sociale e politico. 

L’eloquenza della metafora è chiaramente leggibile: parla della necessità del Buon Governo. Pena la credibilità dei decisori e la loro continuità e sopravvivenza nel reggimento pubblico. 

“Il Buon Governo (sostiene Patrick Boucheron – e con lui Ambrogio Lorenzetti interprete fedele delle volontà propositive dei Nove) è di una audacia stupefacente, visto che proclama quella che è, o che dovrebbe essere, la cifra di ogni repubblica: se questo governo è buono, lo è perché produce effetti benefici su ciascuno”: su ciascuna persona e in modo concreto e tangibile. Nel qui e ora.

Penso che l’obiettivo di #180benecomune si possa riassumere proprio in questa possibilità: una attiva mediazione – comunicazione di corretta gestione della res publica nel campo della Salute, in particolare della Salute Mentale.

Proposizione che non si chiude settorialmente nell’ambito stretto di interventi squisitamente tecnici e medicalizzanti. Ma – appunto con “audacia stupefacente” – pensa ad azioni allargate, sensibili, comprensive; ai bisogni di una “società malata” che chiede Cura, cure multiformi. 

Dove il termine “società malata” – comunemente ribadito come un mantra demoralizzante – impone delle risposte interstiziali: non riguardano solo la questione prettamente legata alla professione dei tecnici. E non penso siano risposte non praticabili, anche in tempi difficili per le congiunture economiche poco favorevoli, e le complessità evidenti che stiamo attraversando nella vita di tutti i giorni e a tutti i livelli.

In un momento in cui le risorse – variamente declinate – sono scarse, penso che si imponga come evidente la necessità di un buono e utile e efficace impiego di quelle risorse. 

Il Buon-Governo ha bisogno anche di Buon-Senso e soprattutto di esplicazione di forme di cura umanizzanti, ad ampio spettro, flessibili, indicizzate alle individualità soggettive, uniche, diverse, plurali, che compongono – tutte insieme – il mosaico della realtà sociale.

Disfunzioni e assenze – nel campo della Salute e della Salute Mentale – più volte denunciate (invano?), chiedono azioni collettive responsabili. Finalizzate alla realizzazione di quel Bene Comune, attraverso possibili cambiamenti. Auspicati e praticamente agiti dalla riforma psichiatrica messa in campo da Franco Basaglia. 

Penso che l’impegno di chi si riconosce nelle proposte operative di #180benecomune – l’arte di restare umani consista proprio/anche in questo.

Dunque, buon lavoro a tutti!

immagine: particolare da “Il buon Governo” di Ambrogio Lorenzetti