1.Il cantiere di lavoro per tracciare una via d’uscita
La fine del governo Draghi azzera questo percorso, per altro mai è approdato a una discussione di commissione, pubblichiamo questi interventi con la convinzione che nondimeno in un momento di estremo rischio per i diritti delle persone più fragili, per le crescenti diseguaglianze sociali e per l’evidente disinvestimento delle politiche regionali e governative, questo testo può diventare una piattaforma per discutere con i programmi dei i partiti politici che partecipano alla campagna elettorale per la formazione del nuovo parlamento.
Intervento di PEPPE DELL’ACQUA (Trieste)
“Il mio amico Goffman diceva che uno psichiatra può recarsi senza alcun disagio, anche senza conoscere la lingua, in qualunque manicomio del mondo perché la scena e le quinte non cambiano mai, parlerà sempre col suo schizofrenico, col suo infermiere, col suo assistente, col suo direttore”.
Così Franco Basaglia quando raccontava dei suoi viaggi per dire dell'immutabilità, della ripetitività, del quotidiano grigiore di quei luoghi. Credo che abbiate visto sull’Espresso delle scorse settimane un servizio fotografico sui luoghi della malattia mentale ( col lessico del fotografo).
Vorrei cominciare da qui, le foto, la drammaticità del bianco e nero, mi hanno colpito allo stomaco. Un dolore profondo, un dolore fisico. Le foto tuttavia non mi prendevano di sorpresa, sappiamo bene che quotidiani crimini di pace accadono ovunque, non possiamo smettere di scandalizzarci, non possiamo restare indifferenti, apatici, rassegnati. Nell’ambito del Forum salute mentale, delle associazioni, delle cooperative sociali, da tempo andiamo manifestando le nostre paure, il nostro sconforto. La posta del Forum e la mia mail ricevono quotidiane denunce e richieste di aiuto. Da tempo ormai dal Ministero della Salute non arrivano segnali, sembra non accada più nulla, da tempo non accade più nulla. La Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica continua a documentare (inutilmente) le disparità regionali e le miserie degli investimenti, la mancanza di una reale volontà di governance del ministero della salute.
Cosa accadrà? Il disegno di legge che avete letto invoca attenzione per far fronte al declino. Per valorizzare le rimonte di migliaia di persone che vivono l’esperienza del disturbo mentale. Successi e rimonte possibili grazie al diritto riconquistato..
Vi consiglio “L’agonia della psichiatria” di E.Borgna.
Obiettivo del disegno di legge è semplice e forse per questo utopico. Vogliamo riproporlo oggi come fosse un buon manuale per trovare convergenze. Per attuare la terza rivoluzione che in tanti abbiamo in mente: attuazione di misure adeguate sul territorio nazionale per garantire l’effettivo accesso ai diritti, alle cure, ai percorsi di emancipazione, al lavoro, all’abitare… questo disegno di legge, come un manuale, si propone a tutti, agli psichiatri naturalmente, ai magistrati, agli operatori sociali, agli amministratori, ai parlamentari. Bisogna portare al centro il ruolo delle persone con esperienza, dei familiari, degli operatori quotidianamente impegnati sui fronti aspri dell’incontro con l’altro. Il panorama politico è cambiato, dobbiamo stare assieme, riconoscerci, entusiasmare compagni di lavoro e giovani operatori che sono sfiduciati e scettici. Siamo tentati di non guardare oltre e di accontentarci della quotidianità. È necessario esserci e raccontare i quotidiani crimini di pace e narrare le meravigliose storie di rimonta. Aprire un ampio confronto, riportare sulla scena le persone. Siamo qui per ricominciare.
Chiedo a Roberto Mezzina e Daniele Piccione, che più di tutti hanno contribuito a questa legge che chiamerò manuale, di illustrarla.