Siamo addolorati. Una psichiatra, Paola Labriola, oggi a Bari e’ stata uccisa con 25 coltellate, nel Servizio di salute mentale del quartiere Libertà, da un uomo a cui aveva rifiutato dei soldi (vedi articolo del Corriere).
Ancora una volta.
Non possiamo non ricordare che 10 anni fa’, nel settembre del 2003, quando scrivevamo, a più mani, il documento programmatico del Forum salute mentale, presentato a Roma il 16 ottobre 2003, abbiamo dovuto ricordare un altro psichiatra ucciso.
“Leggendo la prima lista degli aderenti al Forum, abbiamo trovato il nome di Lorenzo Bignamini, psichiatra ucciso da un altro psichiatra.
Ci siamo impegnati a trovare un modo per ricordarlo, ma finora almeno poter dire che l’esposizione di un operatore, la sua assunzione di responsabilità, il rischio ineluttabile a ciò connesso, resta un valore, il valore connesso al rischio della scelta. Rischio ed esposizione che non vorremmo facessero “un passo indietro” come molti fanno e propongono, ma un passo avanti divenendo rischio e protezione di un gruppo, di una équipe, di un servizio intero, stile di lavoro collettivo che si fa protezione degli uni e degli altri (operatori ed utenti), sostegno e ragione più forte, contesto di senso, inveramento di motivazioni all’aggregazione.”
Queste parole hanno ancora oggi la pregnanza di quella volta e rafforzano la convinzione che è necessario fare “un passo avanti” per continuare a proporre e costruire gruppi, spazi, stili di lavoro, intelligenze collettive, aggregazioni, senso comune, motivazione, desiderio, speranza…….
Valori che appaiono sempre più confinati ai margini da una cultura, da un sociale, da una politica, ma anche da una scienza, che costruiscono individualismo, parcellizzano, restringono, riducono e ricacciano dentro diagnosi e muri, impoveriscono, tolgono la speranza di un possibile cambiamento….
Se forse non possiamo trovare in tutto ciò le ragioni di questa morte, troviamo invece il dolore di molti di noi, uomini e donne, che ritengono ormai di stare gridando nel deserto.
E’ da tempo che scriviamo, parliamo, denunciamo l’indebolimento e la delegittimazione del servizio sanitario pubblico, l’impoverimento progressivo dei servizi sociali e del welfare, la solitudine in cui vengono lasciati gli operatori in particolare che rispondono alle domande dei più diseredati, di chi a volte ha il solo potere della violenza……
Da tempo diciamo che serve di nuovo uno sforzo immane che ridia senso, progettualità, dignità alle pratiche nella salute mentale, che rimetta al centro i soggetti e i diritti, che costruisca partecipazione, imprese collettive, che mostri che cominciare dagli ultimi significa costruire bene comune……
Da tempo alcuni di noi discutono e si interrogano perché una terra così bella, la Puglia, la mia terra, che riesce a mettere in campo intelligenze e valori mai visti, che nelle notti della taranta riesce a trascinare migliaia di uomini e donne con la forza del desiderio e dell’allusione, abbia rinunciato nel suo impegno sulle questioni della salute mentale, rinunciato a rimettere al centro delle pratiche la forza della libertà, delle singolarità, del protagonismo ma sembra ricacciare dietro i muri, nell’abbandono, nella solitudine.
Ed oggi di fronte ad un avvenimento così drammatico e doloroso lasci intravedere come soluzione guardie giurate, telecamere e vigilanza e faccia invocare il ritorno a soluzioni concentrazionarie, che mai peraltro hanno assicurato sicurezza, salute, dignità ne’ ad operatori ne’ a pazienti.
Siamo vicini ai figli, al compagno e alla famiglia di Paola Labriola.
Giovanna Del Giudice, Portavoce del Forum Salute Mentale
(Foto: Particolare di scultura di Auguste Rodin)