DALLO SMANTELLAMENTO DELLE ISTITUZIONI TOTALI AL PROTAGONISMO DEGLI UTENTI: LA COOPERAZIONE SOCIALE PER LA SALUTE MENTALE

Utenti, familiari, operatori e associazioni a Roma per l’incontro nazionale di Legacoopsociali: “Fermare il Ddl Ciccioli passato alla Camera e costruire una Rete tra servizi pubblici, associazionismo e cooperative”

Roma, 23 maggio 2012 Oltre un centinaio i partecipanti, cooperative sociali e associazioni degli utenti, dei familiari e degli operatori (Airsam, Coordinamento Nazionale Utenti Salute Mentale, Psichiatria Democratica, Unasam), hanno partecipato al seminario nazionale “Dallo smantellamento delle istituzioni totali al protagonismo degli utenti: la Cooperazione sociale per la Salute Mentale” organizzato da Legacoopsociali sul futuro del settore e che si è tenuto ieri al Nuovo Cinema Aquila. Il dibattito si è articolato sulle tante questioni legate al reinserimento e all’inclusione dei sofferenti psichici: superamento degli Opg, abitare, budgets di cura, doppie diagnosi, lavoro, esordi, salute mentale come bene comune, salute mentale e dipendenze da sostanze, salute mentale e nuove dipendenze, partendo dalla presentazione delle buone pratiche che le cooperative sociali stanno sviluppando su questi temi.

«Le politiche di Salute Mentale – ha affermato Gian Luigi Bettoli, responsabile per il settore nella Presidenza di Legacoopsociali – non sono un intervento rivolto a una pretesa “minoranza deviante” ma sono un elemento fondativo del benessere generale della popolazione. A dimostrarlo sono i dati: un quinto degli italiani incontra almeno una volta nella vita problematiche di disagio psichico. Analogamente, per la cooperazione sociale l’impegno e l’intervento sulla Salute Mentale sono elemento fondativo dell’iniziativa delle cooperative sociali, sia sul versante dell’inserimento lavorativo che dei servizi socio sanitari ed educativi, sin dai tempi delle prime esperienze di deospedalizzazione che portarono alla Legge 180 del 1978.”

“Non ci culliamo nel tentativo di riproporre i sacrifici, le battaglie e i successi del passato” ha proseguito Bettoli. “Oggi, una nuova generazione di cooperatori sociali sta prendendo in mano quel testimone, con una visione che si rinnova ma non è meno ferma e netta nei suoi riferimenti sostanziali: il superamento di ogni forma di istituzionalizzazione reclusoria e contenitiva, la promozione di servizi a base comunitaria operanti in rete nei territori e, in primo luogo, la centralità e il protagonismo della persona concreta soggetto del lavoro di cura e del percorso di inclusione. Come cooperatori sociali, riteniamo un fatto storico il sorgere finalmente, anche nel nostro paese, di associazioni di utenti, che recentemente si sono riunite in un loro Coordinamento nazionale.”

“Per questo” ha sostenuto Paola Menetti, Presidente dell’Associazione, “Legacoopsociali esprime pesanti riserve sul DdL Ciccioli approvato dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati nei giorni scorsi (che, all’indomani della chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, ripropone la contenzione manicomiale sotto altre definizioni) e si unisce alle iniziative che chiedono sia fermato.”

“Il problema non è certo quello di avere ulteriori nuove leggi, ce ne sono abbastanza per operare” ha ribadito Bettoli. “E’ la situazione reale di incompleta applicazione della legge 180 e delle normative attuative a preoccuparci. Parlare di applicazione a macchia di leopardo appare francamente riduttivo. Bisogna avere il coraggio di dire con forza che la legge 180 non è applicata nella globalità del territorio nazionale, in “coerenza” frustrante con la mancanza di risorse, di una rete diffusa di servizi di neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza, con la centralità tuttora inviolata delle strutture ospedaliere e perfino con la permanenza di pratiche di contenimento, non solo farmacologiche. Ci preoccupano le iniziative di progressivo smantellamento dei Dipartimenti di Salute Mentale in diversi territori, ed il crescente numero di servizi di territorio che vengono chiusi, quasi sempre a beneficio di ben più costosi reinternamenti in strutture sanitarie private.”

“I fatti” ha concluso Paola Menetti “confermano la nostra convinzione che mettere al centro delle politiche per la Salute Mentale il lavoro di rete, tra servizi pubblici, associazionismo e cooperazione sociale, tra risposte specialistiche e lavoro di inclusione sociale, è non solo più utile ed efficace per le persone, ma nel tempo anche più efficiente e meno costoso. Chiediamo che questo orientamento sia pienamente assunto nel percorso di definizione del nuovo Patto per la Salute.”

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