Il signor Antonio Cosimo Stano è morto nella città di Manduria dopo due interventi chirurgici e diciotto giorni di agonia nell’ospedale dove è stato ricoverato in condizioni disperate. Sono indagati per omicidio preterintenzionale e altri reati quattordici giovani del posto, di questi, dodici sono minorenni e gli altri due appena maggiorenni. E altri ancora sembra siano i responsabili di questa morte.
Questa vicenda è di una gravità inaudita e non si comprende come sia potuto accadere un simile orrore nella quasi totale indifferenza della comunità locale, dei vicini di casa, della vicina parrocchia, di chi sapeva e non ha fatto ciò che avrebbe dovuto fare. Dei servizi sociali che sarebbero dovuti intervenire senza indugio alcuno e del Centro di Salute Mentale che avrebbe dovuto sapere.
Un uomo fragile è morto per mano di ragazzi a cui nessuno ha detto che i loro comportamenti erano sbagliati, che stavano facendo del male ad un essere umano, che stavano commettendo dei reati, che dovevano fermarsi.
Noi vogliamo sapere come sia potuto accadere tutto ciò in un territorio pugliese dotato di un Centro di Salute Mentale e di un Servizio Sociale Comunale. Perché si è lasciato che un uomo fragile venisse torturato, tormentato e vessato per anni. Come è possibile che pur sapendo, in tanti, non si sia sentito il dovere civile e morale di salvare la vita di un uomo. E si è lasciato che dei ragazzi si trasformassero in aguzzini, in torturatori della altrui vita.
Noi vogliamo sapere se ci sono state omissioni da parte dei servizi che sarebbero dovuti intervenire immediatamente (in particolare i servizi sociali dell’Amministrazione Comunale e il Centro di Salute Mentale) per mettere in sicurezza la vita e la serenità del signor Stano, per evitare che in una comunità civile accadessero simili fatti. Se vi sono state sottovalutazioni o, peggio ancora, indifferenza. E per questo chiediamo che siano avviate delle inchieste interne per individuare eventuali responsabili.
La morte di un uomo per mano di adolescenti che agiscono in branco, con una malvagità terrificante, interroga non solo la Città di Manduria ma tutta la Puglia. Interroga il nostro Paese, su come stiamo allevando i nostri figli, su quali valori stiamo trasmettendo loro. Come si è arrivati a considerare la vita umana, un essere umano, “cosa” senza valore alcuno, su cui sfogare gli istinti più bestiali. Una vita da scarto, una vita da distruggere e buttare via. La vita di un uomo fragile che avrebbe dovuto invece suscitare sentimenti di solidarietà, di vicinanza, di aiuto, di rispetto profondo.
Noi, familiari di persone che vivono la condizione della sofferenza mentale, che ogni giorno ci battiamo per i diritti umani di tutti e di tutte, per una società giusta e inclusiva, siamo affranti, per quanto il signor Stano ha subito, per le sofferenze e l’umiliazione patite, per la sua morte disperata. Ma siamo affranti anche per la vita di questi ragazzi non ancora uomini e già segnati per la vita, da atti crudeli nei confronti di un altro essere umano percepiti come un gioco, un divertimento, dei momenti da passare insieme in allegria. Senza consapevolezza alcuna della tragedia che si stava consumando per la vita del signor Stano e per la loro stessa vita.
Noi vorremo con la Città di Manduria prendere coscienza della gravità di quanto accaduto, vorremmo che in ogni scuola si discutesse con i ragazzi del significato profondo di questi comportamenti scambiati irresponsabilmente per puro “divertimento”, per far passare quel tempo pieno di niente. E vorremo che si interrogasse anche su quale destino oggi si abbatte su questi ragazzi e sulle loro famiglie, su cosa ne sarà di loro.
Abbiamo sentito il bisogno di esprimere il nostro pensiero, la nostra tristezza e il nostro immenso dolore.
Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale
* Su richiesta di Gisella Trincas, Presidente dell’UNASAM, pubblichiamo di seguito una lettera indirizzata al Commissario Prefettizio del Comune di Manduria e al Direttore Generale dell’ASL di Taranto, con cui viene chiesta l’apertura di un’inchiesta interna ad ASL e Comune per la morte atroce di Antonio Cosimo Stano.
1 Comment
Sono pienamente d’accordo con l’iniziativa di UNASAM. Io però aggiungerei ai destinatari della lettera in indirizzo anche la Regione Puglia che, come altre, in specie la Lombardia preferisce troppo spesso esaltare le sue “eccellenze” nel campo della biomedicina ospedaliera e ignorare la miseria in cui sono lasciati i servizi di salute mentale e la prevenzione della salute nei luoghi di lavoro, luigi benevelli